lunedì 9 marzo 2009

LE PATETICHE AIUTI DEL G8, MA L'AFRICA PAGA PIU' DEL DOVUTO. QUESTI SAREBBERO AIUTI?

Ogni anno 20 milioni di africani muoiono per fame o malattie ad essa imputabili; piu' di 70 milioni sono assolutamente privi di qualsiasi forma di reddito e altri 50 milioni sopravvivono quotidianamente con un dollaro a testa. Sono stime terribili, frutto di rilevamenti di organismi specializzati dell'Onu. Stime che fanno apparire le tanto strombazzate promesse di aiuti, assicurati dagli otto paesi piu' industrializzati del mondo nel corso del recente vertice di Gleneagles, una goccia nell'oceano di miseria e disperazione che sommerge il continente africano. Che, tra il 1970 e il 2001, ha visto moltiplicarsi per 35 il suo indebitamento con l'estero. Ce lo dice la Banca Mondiale secondo la quale, nel periodo 1980-2001, i paesi in via sviluppo, Africa in testa, hanno rimborsato ai ricchi G8 la stratosferica somma di 4.500 miliardi di dollari: ne hanno versati 368 in piu' di quanti ne hanno ricevuti! La disparita' tra ricchi e poveri, allo stato attuale, raggiunge limiti che non hanno precedenti : una famiglia europea della classe media guadagna cento volte di piu' di un contadino dell'Africa subsahariana. Un abitante del Ghana, o del Kenya, deve lavorare due anni per intascare l'equivalente della parcella per un'ora di lavoro di un avvocato di New York. Negli Usa la gente spende ogni anno 60 miliardi di dollari in Coca Cola e Pepsi Cola, cioe' il doppio del prodotto interno lordo di paesi quali il Bostwana o il Kenya! - La tragedia della poverta' che vive oggi l'Africa Nera non puo' essere risolta con atti caritatevoli o promesse buone per le sfavillanti conferenze stampa. E' tutto il sistema che regola i rapporti economici tra il Nord e il Sud del mondo che deve essere rivisto, sulla base della giustizia e del diritto, se si vuole combattere, fino a che si e' in tempo, il cancro che erode l'Africa e che offende le coscienze degli uomini liberi. Per primi devono farlo i paesi che amano identificarsi nel ''Club dei ricchi'', che troppo spesso non hanno tenuto fede alle loro promesse, imponendosi per la legge del piu' forte. La violazione permanente delle regole del commercio internazionale da parte dei paesi industrializzati che impongono l'apertura dei mercati africani ai loro prodotti industriali e agricoli sovvenzionati (tanto che in Africa l'Asse del Male viene identificato con la triade Fondo Mondiale - Organizzazione Mondiale del Commercio - Banca Mondiale !), portano al fallimento molte imprese locali. Ne sanno qualcosa quei paesi che, come il Kenya e lo Zimbabwe, hanno un embrione di base industriale. Purtroppo questa parte dell'Africa, che dispone di un grande potenziale naturale e di favolose ricchezze minerarie, viene amministrata senza scrupoli da potenti locali in accordo con grandi gruppi internazionali. Ma l'addebito principale non va mosso a loro, bensi' al sistema mondiale che, con le sue leggi e le sue disposizioni ''mirate'', consente tutto cio'.- E intanto l'ecatombe continua.

Guiné Bissau è dos Guineense

La nostra cara e amata Guinea Bissau purtroppo è da sempre "invaso" dai politici corrotti che hanno la mania patologica di appropriarsi di tutto come se la Guinea fosse una cosa privata. Tutti fanno i loro propri interessi e la popolazione continua a profondare nel abisso della miseria. La Comunità internazionale fa finta di niente e continua a dare dei finanziamenti a questi individui che dicono fare la politica e come al solito, i fananziamenti finiscono nelle loro tasche.

Riconoscere gli errori è essere saggi

Un uomo non dovrebbe mai vergognarsi di confessare di aver avuto torto;
che poi è come dire, in altre parole, che oggi è più saggio di quanto non fosse
ieri.