giovedì 17 giugno 2010

La Corte Costituzionale cancella l'aggravante di clandestinità



Ancora una bocciatura per le leggi razziste e xenofobe volute dal governo Berlusconi e dalla attuale maggioranza di governo. Questa volta è stata la Corte Costituzionale a bocciare la legge che introduce l'aggravante della clandestinità, cioè un aumento di pena fino ad un terzo previsto per chi viene condannato ed è extracomunitario. La norma - secondo quanto pubblicato dall'Ansa - è stata bocciata per violazione dell'articolo 3 e dell'articolo 25 della Costituzione. Cioè per illogicità della norma e per violazione dei principi di eguaglianza. Infatti si tratta di una aggravante che non corrisponde ad una effettiva maggiore gravità del reato ma solo ad una differenza di status (cittadino italiano o extracomunitario). E questo viola le norme costituzionali.
Invece sarebbero state dichiarate infondate le eccezioni di costituzionalità sul reato autonomo di immigrazione clandestina, punito con una multa da 5 a 10 mila euro. Anche se non incostituzionale, comunque la legge ha ricevuto pesanti critiche praticamente da tutti: Alto Commissario dell'Onu per i diritti umani, magistrati italiani, Medici senza frontiere, numerose Ong italiane e persino Famiglia Cristiana