sabato 5 settembre 2009

Il Diverso...la diversità è una bella e stupida invenzione

Non esiste la diversità. Piuttosto la inventiamo noi. Quando io dico di qualcuno che è diverso, in realtà ho già deciso che lo perseguiterò. In che cosa un nero è diverso da un bianco? Per il colore della pelle? Ma chi ha deciso che questo particolare è rilevante? Sono identici per molte altre cose. Perché non lo si dice? Perché si punta invece su ciò che pare avere un'oggettiva diversità? Perché questo vi serve per espellere. Pensiamo al caso dei disabili. Sono i diversi, si dice e credo lo si dice anche in buona fede, ma dicendo che sono "diversi" già li si chiude in una dimensione esistenziale terribile. Io sono diverso da ognuno di Voi o no? Le mie abilità sono diverse da ognuno di voi o no? Perché allora di me non si dice che sono "diversamente abile" (come attualmente s'ingengna a dare una classificazione degna di discriminazione) e lo si dice solo per quegli altri? La ragione è che noi abbiamo una partecipazione collettiva a una dimensione che ci accomuna. Per esempio noi siamo guineani (della Guinea Bissau) perché abbiamo un criterio generale che ci rende tutti uguali che è Guinea Bissau, tuttavia tra di noi siamo differenti, ad esempio, per altezza, ma lo siamo solo in quanto ci riconosciamo uguali rispetto al metro, che è l'unione di misura uguale per tutti. Ci misuriamo e scopriamo che siamo differenti, siamo uguali e differenti.
La diversità non è la differenza, bensì la parola che indica il fatto che tu non partecipi alla misurazione collettiva. Il metro non ti misura. Quando noi diciamo di qualcuno che è diverso lo stiamo espellendo dal sistema di commisurazione che produce eguaglianza e differenza e che rende gli uomini, uomini, agli occhi degli altri uomini.
Siamo uguale perchè abbiamo lo stesso diritto d'essere diversi.

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